“Ad Augusta per Angusta”

Le Fatiche di Sisifo
Le Fatiche di Sisifo

Mi chiamo Anna ma potrei chiamarmi Nando o meglio scrivere un numero, perché un numero sono diventata un numero inserito in una qualsiasi statistica.

Sono un quid di percentuale nella statistica dei giovani disoccupati, sono un quid dei lavoratori non pagati, sono un quid in quella dei lavoratori fantasmi, sono un quid in quelli che vogliono andare all’estero. Emigrare, si dice emigrare.
Una parola che ho letto sui libri a scuola e sui giornali, adesso quella parola sono io.

Mancano pochi giorni all’anniversario della tragedia di Marcinelle, ed oggi più che mai mi sento parte di loro. Non è che andrò a scendere in miniera, ma è come se ci andassi. I loro figli ritornano a lasciare l’Italia per disperazione.

Dormo poco la notte e mi sveglio di scatto e rimango per ore a fissare il soffitto.
Stamattina ho fatto quattro passi verso piazza Bologna e nel breve tragitto, da casa mia, ho contato 7 persone, di questi 5 erano con il telefonino all’orecchio e nessuno parlava italiano. Sono io la straniera, la straniera a casa mia.

Giro per Roma senza meta, piango in silenzio coperta dal rumore assordante del traffico, nessuno mi vede nessuno mi sente sono invisibile. Roma mi sembra diversa nei suoi monumenti millenari. Sono io che sono diversa. La guardo con disgusto e a volte con astio, perché non dai una prospettiva anche a me che sono tua figlia? Perché devo andare via? Perché mi cacci?
I tuoi figli partivano per conquistare il mondo ed ora partono per un pezzo di pane.

Guardo le vetrine, in realtà non guardo niente, mi vedo riflessa per un istante e mi vedo vecchia. Non ho ancora 30 anni ma sono vecchia, anche se per le statistiche in Italia si è giovani fino a 40 anni e oltre, perché cosi tu ti senti di avere delle prospettive e non “premi”.

Si può essere vecchi anche a 10 o a 18 anni. A 60 anni si è anziani, ma si può essere non vecchi. Si è vecchi quando si è fuori tempo. Se a 40 anni hai una famiglia un lavoro, non sei vecchia, ma se sei ancora in cerca di lavoro e non hai una famiglia allora sei vecchia.

Una volta avevo molti idee e pochi pensieri, oggi ho molti pensieri, che si contorcono, e solo un’idea alla quale mi attacco con tutte le mie forze: andare via dall’Italia.

La Germania è la scelta che hanno fatto i miei padri ed è la Germania la scelta che faccio io: Augsburg (Augusta) o Monaco di Baviera o Stoccarda o Francoforte…. Andrò lì dove più facile è per me tornare a sorridere.

Voglio un lavoro, voglio una vita dignitosa, voglio una famiglia.

Ed allora: “Ad Augusta per Angusta”.