
Monaco di Baviera. BISS. Passato remoto del verbo beißen, mordere. Anagramma di „Bürger in sozialen Schwierigkeiten“. Un morso alla vita, la volontà di rimanere attaccati, una morsa stretta per non cadere, un appiglio a cui accarsi con tutta la forza. Mordere per vivere. Il 23 Luglio l’ennesima tragedia in mare. Tra le 22 vittime scoperte dalla nave Aquarius, ventuno donne morte ritrovate senza vita sul fondo dell’imbarcazione in una pozza di carburante. Mentre la nave iniziava ad imbarcare acqua, superstiti raccontano di come le donne abbiano morso alcuni uomini nel tentativo di uscire da quella trappola mortale. Mordere per sopravvivere.
Il BISS è un giornale mensile di Monaco a carattere sociale, venduto per strada. Il termine Straßenzeitung ha un doppio significato. Da una parte indica gli argomenti trattati dalla rivista, temi presi appunto dalla strada, dall’altra la categoria di persone per cui era stato inizialmente creato. Il progetto nasce infatti il 17 Ottobre del 1993 con lo scopo di aiutare i senzatetto. Ad oggi invece è un’attività invece che abbraccia chiunque si trovi in difficoltà. Il Biss è presente in molti angoli della città. Il BISS è fatto di vita e si trova dove c’`e vita. Accanto alle stazioni della U-Bahn, vicino a scale mobili, nelle piazze, nel caos quotidiano, nella folla di pensieri che si spostano nei sotterranei della città. Il BISS è per tutti. Due italiani ne fanno parte. Mario e Antonio, nome di fantasia, uno a Pasing e l’alto a Sendligertor. Il Sole italiano li ha intervistati.
La giornata di Mario inizia alle 7.00. A inizio mese si vende di più, il giornale è nuovo, la gente è curiosa, poi la vendita cala. La mattina « keine Hoffnung », la gente corre, corre e le mani sono già occupate da borse e Café to go. È entrato nel 2005 Mario, aspetto ben curato, pizzetto e coppola in testa. Lavorava per un’azienda non specifica di che genere ma ripete che il lavoro di gruppo non era proprio per lui. «Non mi piace dipendere dagli altri, preferisco lavorare da solo». Lasciato quel posto inizia a mantenersi con dei Tagesjobs. L’equilibrio creato viene stravolto da una malattia ed è così che Mario si avvicina al BISS e inizia a vendere. Oggi è contento di quello che fa.
Antonio raggiunge la sua postazione alle 9.00. Alle 19.00 prende la sedia pieghevole e se ne va. Una persona tranquilla, racconta la sua vita con poche e chiare pennellate. Le sfumature, i dettagli, i giochi di luce di quel dipinto immaginario emergono dal tono di voce. Nato in Austria da padre italiano, a otto anni si trasferisce in Italia e poi in Sudamerica. Tornato in Europa, gli viene diagnosticata una malattia del sangue. Si ritrova senza casa e lavoro.
Inizia a frequentare un luogo di ritrovo vicino Poccistrasse, nella Zenettistrasse, organizzato dalla missione cattolica. « Stavo bene lì, passavo i pomeriggi in compagnia e il caffè costava poco. Oggi sicuro sarà aumentato. ». 15 anni fa l’incontro con un amico che gli propone di entrare nel giornale. Essendo un impiegato fisso (come Mario del resto) ha l’obbligo di vendita di 800 copie mensili. « Ma ci riesco sempre », spiega. « La posizione è centrale e passa tanta gente. È un buon posto. ». Gli chiediamo che succede se non riesce a raggiungere la quota stabilita. « Niente », spiega semplicemente. « Le copie non vendute si aggiungono al mese successio».
Si sente libero Antonio, libero di decidere quando e se lavorare. Se ha già raggiunto le 800 copie, può anche starsene a casa. Si diverte vendendo i giornali. I suoi compratori sono persone di tutte le età. Molti comprano semplicemente, altri scambiano qualche parola con lui, altri sono clienti fissi. « Ogni tanto mi faccio una passeggiata e esco fuori a fumare una sigaretta. Il resto del tempo lo passo ad aspettare.