
“Appuntamento alle 14:00, a casa mia e mi raccomando, non fare tardi! Che poi alle 5 (ore 17:00 ndr) ho da fare”.
A parlare è Francesco De Marco, viso rotondo, occhi vispi e sorriso aperto, inusuali in un uomo di quasi sessant’anni. Ma non fatevi ingannare, quando si parla di appuntamenti lui non scherza e se fai ritardo si trasforma e non te le manda a dire.
Ci siamo incontrati nel Centro di Augsburg ed è lì che tra una birra ed un thè, mi è venuta voglia di intervistarlo; gli chiedo la disponibilità e lui acconsente di slancio, ma da buon contadino dalle scarpe grosse e cervello fino mi domanda: “Ma quanti soldi ci guadagni?
Io gli rispondo: “Quanto mi dai?”
Lui: “Niente”.
Io: “Ed allora non ci guadagno niente”.
Francesco è nato 58 anni fa in Calabria, a Scala Coeli, ma è dall’età di 23 anni che è partito, per lavoro, verso la Germania
Ci siamo conosciuti sulla spiaggia di Scala Coeli, in Calabria. Scala Coeli è un paese di montagna, ma ha anche uno scorcio di spiaggia giù al mare. Ci presenta un amico comune, Gaetano Toscano.
Lui è venuto in vacanza con un suo amico di Augsburg, Uli. Una persona gentile con la quale è un piacere scambiare quattro chiacchiere davanti ad un bicchiere di grappa.

Quando ho conosciuto Francesco, aveva tutto il viso imbrattato di fango, “Questo è fango di cerchiara mantiene giovani”, andava dicendo a tutti sulla spiaggia. E a guardargli il viso, così fresco, c’è da crederci; potrebbe fare da testimonial per le terme di Cerchiara.

A Scala tutti lo conoscono, ma se tu chiedi di Francesco De Marco nessuno sa niente di questo tizio.
Ma se chiedi di CICCIOTTO allora vedrai comparire un sorriso sul viso del tuo interlocutore, che inizia immediatamente a raccontarti un po’ di aneddoti su Cicciotto, per i quali non potrai resistere dal ridere.
Sono le 13 :40 quando lo chiamo e lo avviso che sto per arrivare. Lui mi dice che è già di sotto ad aspettarmi, nonostante nevichi ed è tutto bianco. Saliamo su a casa. Senza togliersi la sciarpa e la sua inseparabile coppola, si posiziona vicino la stufa, della quale va molto fiero; ne approfitto per fare un paio di foto, dopo iniziamo l’intervista. Non una vera intervista, ma un parlare conviviale.

La mia prima domanda è: “Perché Cicciotto?”
Francesco: “Perché da piccolo ero grassottello”.
Gli chiedo di parlarmi un po’ di lui. Inizia a parlarmi della sua infanzia, della sua droga che si chiama Calcio e dei sogni di diventare un calciatore professionista.
“Non sono diventato professionista solo perché non ho incontrato nessuno che mi allenasse, che mi insegnasse, quello che so fare è tutta farina del mio sacco”.
Ancora oggi non disdegna partitelle di calcio e corre come un ragazzino, e non risparmia, alla veneranda età di 58 anni, di esibirsi in acrobatiche rovesciate (sul cemento ndr) da fare invidia ai giovanissimi. Quando giocava a Scala era uno show, un gioco fatto di finte, controfinte, invenzioni, un vero spettacolo per tutto il paese, che applaudiva a scena aperta.

Cicciotto non è sempre stato ad Augsburg, qui c’è arrivato per amore. La moglie viveva qui, mentre lui qualche chilometro più in là, a Monaco di Baviera. Adesso la moglie e i figli vivono in un’altra città, ma lui è rimasto ad Augsburg, dove vive da solo nella sua casa di 100 metri quadri. Ma non si sente solo, ha sempre qualcosa da fare, un posto dove andare e qualcuno da incontrare.
Mi racconta dell’altro suo talento: il canto. Gaetano mi disse che Cicciotto sarebbe potuto diventare un grande giocatore, ma anche un cantante.
Quando gli chiedo se ha qualche rimpianto per questo, lui mi risponde: “Avrei potuto esserlo, è vero, ma il Signore ha scelto altro per me, ed io serenamente accetto”.
Cicciotto è molto religioso, studia tutti i giorni la Bibbia e ogni settimana va per le strade a diffondere la voce del Signore. Lo si può incontrare per il centro di Augsburg con il suo amico Concetto seduti su una panchina a discutere della Bibbia con qualche passante.
Lasciamo casa ed andiamo in centro ad Augsburg, in Rathausplatz. Inizia a farmi da Cicerone. A raccontarmi di Augsburg che è una città romana; il nome significa città di Augusto, l’imperatore romano.

Facciamo alcune foto, ma io non resisto al freddo e allora lui mi invita a bere una birra in un posto sottoterra dove se la producono da soli. Dopo la birra ed un paio di battute, me ne torno a casa, non resisto al freddo, ci diamo appuntamento il giorno dopo, lo andrò a trovare sul posto di lavoro per fare un paio di foto.

Cicciotto è contento del lavoro che fa, perché gli lascia molto tempo libero. Fa l’hausmeister presso lo Stadtjugendring di Augsburg una struttura che si occupa di giovani. Spazza la neve, tiene in ordine i dormitori, ecc.
Quando arrivo lo trovo che sta spazzando la neve, dopo di che saliamo in cucina dove mi offre un caffè italiano fatto con la moka, e intanto coglie l’occasione di leggere alcuni fogli di giornali. Io bevo il caffè (“na ciofeca” direbbero a Napoli, lui ride) e mi accomiato, meglio incontrarsi quando il tempo sarà bello.

Finalmente il sole!!! Ci diamo appuntamento in centro. Mi dice di raggiungerlo nella biblioteca comunale, dove lo trovo che discute con una persona di alcune notizie del giorno. Dopo inizia a consultare alcuni libri. Non sta fermo un attimo.

Usciamo. Ciccio è una furia, vorrebbe farmi visitare tutta la città in un paio d’ore. Mi porta in una villa dove ci sono a disposizione libri da leggere e subito si butta a consultarne qualcuno. Inizio a fare delle foto e lui subito mi fa da regista: “fotografa cosi, fotografa colà”.

Non puoi dare corda a Cicciotto, in un paio di minuti ti organizza la vita. Meglio non consentirgli molto. È un fiume in piena ed in un batter d’occhi, sotto lo sguardo attonito dei visitatori del parco, si arrampica come un gatto su un albero, non perdo l’occasione per fotografarlo.

Camminando, continua a parlarmi di lui. Beviamo un thè e poi ci salutiamo.
“Per me può bastare”. Mi chiede quando lo pubblicherò. “Ti farò sapere”. Ci salutiamo dandoci appuntamento in spiaggia per quest’estate.