Antonio Fuoco: un Campione in Famiglia

Team Ferrari 2013
Team Ferrari 2013

di Natale Francesco.

Dopo un paio di giorni passati a rincorrerci, riusciamo a trovare un paio d’ore per scambiare quattro chiacchiere. Gabriele mi invita sul luogo del lavoro. Alle 14 deve partire, domenica Antonio corre ad Imola.

Mi accoglie sulla porta con un cane che mi abbaia contro, ci accomodiamo dentro e dopo aver parlato di alcuni problemi di attualità locale, iniziamo l’intervista.

 

Antonio sta diventando sempre di più un campione a livello mondiale, ma un campione non si inventa dall’oggi al domani. Quanto è stata importante la famiglia in tutto questo?

La famiglia è rilevante nella formazione di un giovane a  prescindere dal successo che uno può avere nella vita. L’educazione ed il rispetto sono i fondamenti della vita di una persona.

La famiglia deve aiutare a far tenere i piedi per terra ad un giovane che, come Antonio,si trova a fare un mestiere che porta notorietà.  L’umiltà è la virtù che ho cercato di trasmettere ai miei figli, e Antonio prima di essere amato come campione, deve essere amato come persona.

Lui viene da una famiglia dedita al lavoro, quanto influisce questo?

Credo che abbia influito tanto, è importante che si dia sempre il giusto peso ai sacrifici fatti dai genitori. E portare il giusto valore ai soldi. Ricordarsi sempre che c’è chi non ha niente. La ricchezza troppo ostentata offende chi fa i salti mortali per raggiunge la fine del mese. E ricordarsi che chi ha tanto deve, e ripeto deve, aiutare chi ha bisogno.

Lui fa un lavoro spettacolare e che sognano tutti i giovani, ma è anche molto rischioso. Come vivete la gara in famiglia?

Ormai ci siamo abituati, anche se non nego che la tensione c’è sempre, è solo che si fa in modo di non pensare al pericolo. Ci si concentra su altro. Io, le poche volte che non sono in pista con Antonio, le gare preferisco guardarle da solo.

Come si vive una vittoria?

La viviamo come la ricompensa di tanti sacrifici. La maggior parte delle volte sono in pista con Antonio, se no, appena libero, ci chiama.

A chi chiama per prima?

Chiama prima me,(ghigno di soddisfazione)

Gabriele Fuoco
Gabriele Fuoco

Come si vive una sconfitta?

Lo sportivo deve dimenticare in fretta l’amarezza della sconfitta, e fare esperienza degli errori, la sconfitta deve aiutare a migliorarsi e non bisogna abbattersi. Le sconfitte e gli errori fanno parte della vita.

Lui è sempre di più sotto i riflettori, quanto incide la famiglia nel gestire lo stress dall’esterno?

La famiglia è importante, ma non può gestire una cosa che non conosce, ci sono professionisti  che curano questo aspetto. Noi ci siamo affidati a Enrico Zanarini ed  a  Francesco Principe. Francesco lo segue ovunque.

I tifosi aumentano.

Si, è incredibile e fantastico scoprire l’affetto che circonda Antonio ogni giorno di più. Riceviamo lettere che ci commuovono. Poi ci sono dei tifosi- amici che definirli pazzi è poco, come Nicola (Flotta ndr) o Mario (Lavorato ndr)  che sembrano loro i genitori di Antonio.  Mario si sta prodigando con un’associazione di ristoratori in Germania, per promuovere attraverso Antonio l’associazione stessa. Sono piccole cose ma aiutano, mentre Nicola non perde occasione per organizzare eventi e feste in onore di Antonio.

Veniamo  interrotti dalla signora Lina mamma di Antonio, che entra nella stanza e mi porta il calendario di Antonio per la stagione 2013, scambiamo un paio di battute e subito le chiedo di partecipare alla conversazione, ma subito si ritrae “no, non mi sono preparata…”

Uscita la signora, ritorniamo alla nostra intervista.

Un pregio di Antonio?

La determinazione. Già da quando aveva 13 anni andava in giro per il mondo da solo con il team e i meccanici. 30-40 gare all’estero tra Stati Uniti e resto del mondo. Una determinazione inusuale in un ragazzo di quell’età.

Un difetto di Antonio?

È telegrafico. Non gli piace stare al telefono.

Cosa ti piace del mondo dei motori?

Il rombo dei motori.

Cosa, invece, se c’è, che non ti piace?

I cavilli regolamentari.

Sei credente?

Si. Mi ha aiutato molto in un  periodo molto brutto della mia vita.

Usciamo, facciamo un paio di foto e mi accompagna all’auto. Continuiamo a scambiare un paio di battute, e il discorso cade sul ricordo del gionalista Leonardo Rizzo e sull’ultima volta che l’ho incontrato, l’estate scorsa, quando gli chiesi di Antonio: il suo volto si illuminò e mi disse “E’ un gioiello di persona, ed il bello deve ancora venire”.
Gabriele mi dice che la scomparsa di Leonardo lo ha molto colpito, e gli riconosce la vicinanza fin dai primi passi fatti da Antonio, quando lo fece intervistare dalla RAI.

Gabriele Fuoco - Natale Francesco
Gabriele Fuoco – Natale Francesco

Ci concediamo, gli do l’in bocca al lupo per domenica. Mi dispiace non esserci, ma ho i preparativi per la mia partenza per la Germania.