Il Giornalismo nel mare delle Fake News con le Deepfake in arrivo

L'affidabilità è l'arma del Giornalismo contro il dilagare delle Fake News. I mezzi tradizionali in Germania stanno invertendo la tendenza della perdita di fiducia dei lettori, molto grave in altri Paesi.

Secondo uno studio recente della PwC, principale società di revisione e consulenza in Germania, una persona su quattro – una su tre nella Germania orientale – diffida dei media tedeschi. La più grande perdita di fiducia è nei confronti dei Social-media. Solo quattro tedeschi su dieci si fidano di almeno un canale di Social-media. La perdita di fiducia nei media giornalistici tradizionali sembra interrotta e – secondo questo e altri studi – il grado di fiducia migliora, ma leggermente.

Da sin: Prof. Dr. Carsten Reinemann, Johanna Wild, Michael Busch, Stefan Primbs, Alexander von Streit (foto © ilsoleitaliano F.G.B)

Come devono essere interpretati queste evoluzioni? Come possono i media lottare contro la disinformazione?

Cosa possono fare i giornalisti e i media per consolidare la fiducia dei loro utenti? Quali potrebbero essere le iniziative per una migliore diffusione della cultura dei media?

Monaco di Baviera: A queste ed altre domande ha provato a rispondere la Tavola Rotonda dal titolo: “Fake News” e fiducia persa: Giornalismo in un Mondo dei media insicuro, organizzata dall’Associazione bavarese dei Giornalisti che si è tenuta martedì 23 ottobre nella sala Internationaler PresseClub a Marienplatz di Monaco di Baviera. Un evento per gli addetti ai lavori. In sala giornalisti dei Media locali.

Alla Tavola Rotonda hanno preso parte:

Il Prof. Dr. Carsten Reinemann, dell‘Istituto di scienze della comunicazione e ricerca sui media, università Ludwig-Maximilians-Universität (LMU) di Monaco di Baviera con cattedra in scienza della comunicazione con focus nella comunicazione politica.

Johanna Wild, fondatrice dell’agenziawafanaun’agenzia impegnata a verificare l’autenticità dei contenuti online. Offre formazione per la verifica dei contenuti online e gestisce Crowdalyzer un software attraverso il quale si cerca di sondare il web al fine di scovare Fake News.

Stefan Primbs, Responsabile dei Social Media per la Bayerischer Rundfunk (BR). Che attraverso la nuova unità BR-Verification si propone il compito di scoprire notizie infamanti, mezze verità, bugie e notizie di propaganda su Internet e sui social media e dargli così la giusta connotazione. L’unità è al servizio di radio e televisione e di BR24 e lavora a stretto contatto con i colleghi del Tagesschau di Amburgo.

Alexander von Streit, proprietario del berlinese Krautreporter una rivista digitale indipendente. Con la missione di aiutare i propri membri a comprendere meglio il contesto degli eventi attuali in politica e nella società. Il servizio è a pagamento e non ha pubblicità.

Michael Busch: Presidente Associazione Giornalisti della Baviera (foto © ilsoleitaliano F.G.B)

Il moderatore è Michael Busch, presidente dell’associazione dei giornalisti della baviera.

La prima domanda è per Stefan Primbs.

Michael Busch: il controllo delle Fake News è diventato così importante da indurre a creare un Team di controllo specializzato sull’individuazione delle Fake News?
SP
: Il nostro Team è diviso in due gruppi che si alternano su due turni. Ormai è diventato necessario monitorare i media informativi ed individuare le Fake News in quanto in alcune situazioni, come l’attentato di Monaco all’Olympia Einkaufszentrum, che ha dato adito ad una miriade di notizie allarmanti e non verificate ed hanno creato un clima di terrore ingiustificato senza che prima mezz’ora ci fosse una notizia verificata o un video, è necessario un tempestivo controllo e riscontro al fine di evitare situazioni di panico ingiustificato.

Stefan Primbs: Responsabile dei Social Media per la Bayerischer Rundfunk (BR) (foto © ilsoleitaliano F.G.B)

MB: il vostro è un lavoro preventivo o su richiesta?
Principalmente preventivo. Stiamo sintonizzati sui social e cerchiamo di captare possibili notizie che diventano virali e poterene subito controllare la veridicità, ma lavoriamo anche su impulso.
È interessante anche sapere chi produce queste informazioni e per quale scopo.

Poi è la volta di Johanna Wild.
MB: voi avete fatto delle Fake News un lavoro creando un’impresa ci può raccontare di cosa si tratta e come nasce?

Johanna Wild: fondatrice di “Wafana” (foto © ilsoleitaliano F.G.B)

JW: nasce dalle mie esperienze maturate lavorando nel mondo del giornalismo internazionale, dove ho potuto scontrarmi sulla produzione di queste false informazioni on-line che ogni giorno ci arrivavano da tutto il mondo e difficilmente verificabili.

Insieme ad altri colleghi abbiamo pensato come contrastare questo fenomeno e di mettere a disposizione di professionisti un controllo e riscontro della veridicità delle fonti e delle notizie.

MB: nel momento in cui non ci fossero più Fake News lei non guadagnerebbe più posso chiederle cosa farebbe in quel caso?
Io sarei completamente felice, mi occuperei di giornalismo investigativo open source dove le Fake News non sono gradite.

MB: le Fake News on-line hanno la caratteristica di divulgarsi velocemente mentre il loro riscontro ha bisogno di tempo. Come si può conrastare questo fenomeno?

Prof. Dr. Carsten Reinemann: Università LMU (foto © ilsoleitaliano F.G.B)

Prof. Dr. Carsten Reinemann: il fenomeno non è facile da arginare in quanto la Fake News una volta individuata e una volta immessa la corretta informazione non è detto che la correzione arrivi allo stesso pubblico e alla stessa velocità della Fake e quindi non è detto che si riesca a contrastare l’effetto della Fake. E’ una battaglia impari. La capacità di analisi del lettore, derivante dalla cultura e dall’istruzione personale, unita all’attentibilità della fonte può contrastare tale fenomeno. Che è preoccupante ed allarmante specialmente nel campo politico e del fenomeno dei flussi migratori. Campi in cui le Fake News cavalcano l’insicurezza delle masse.

MB: come operate voi per contrastare il fenomeno della velocità di propagazione delle Fake?
Alexander von Streit: io penso che procedere con l’individuazione delle Fake e provare a smentirle non sia la soluzione per arginare il fenomeno. Noi abbiamo cercato di risolvere il problema in altro modo. Noi siamo partiti da un altro punto di vista ponendoci la domanda che forse è un problema del giornalismo. 20 anni fa non c’erano che i mezzi di informazioni tradizionali e quello che veniva riportato su quei mezzi era vero e solo

Alexander Von Streit: proprietario e fondatore del berlinese Krautreporter (foto © ilsoleitaliano F.G.B)

quello era vero. Con l’avvento di Internet e dei social media si è iniziato a riscontrare che quella non era la verità assoluta.

La perdita di fiducia è colpa degli stessi giornalisti e media tradizionali che non hanno sempre raccontato la verità o l’hanno raccontata solo parzialmente. Noi abbiamo creato un nuovo modo di fare giornalismo: Giornalismo come dialogo. Un giornalismo dove il giornalista e il lettore si confronto attraverso i commenti e le richieste di verificare una data notizia.

A differenza di Facebook qui uno paga per avere il riscontro delle notizie e per essere informato su dei fatti. Vige il rispetto dell’opinione altrui. Certo il nostro è un gruppo di alcune miglia di lettori ed il dialogo è fattibile, se fossero milioni non saprei in questo momento esattamente come il “dialogo” potrebbe evolversi, ma per noi è la strada da percorrere.

La serata è andata avanti nella discussione ed ha messo in luce un punto fondamentale: il giornalismo esisterà se saprà riconquistare la fiducia del lettore. Non tralasciando le frecciate ai vari Facebook o youtube.

Quindi sarebbe l’affidabilità la vera arma del giornalismo contro il dilagare delle Fake News. Affidabilità che passa per la scuola di giornalismo, la quale deve ritornare a farsi sentire, ma i professionisti non possono fare a meno di confrontarsi con i nuovi mezzi di comunicazione. Ed il lavoro pratico è indispensabile per potere crescere ed essere credibile. Trovare una redazione, piccola o grande che sia, che ti insegni ad operare ed a mettere in pratica la teoria è indispensabile per la formazione della coscienza e della cultura giornalistica.

Non più arroganza, ma umiltà nel riscontrare le fonti e nel dare notizie verificate il più possibile. Dove il giornalista torna a fare il giornalista riscontrando, indagando e verificando le fonti dell’informazione. No al giornalismo marchettaro, magari usando il fondo schiena di altri, al fine di poter fare qualche corso sgangherato in qualche Istituto di Cultura.

Monaco di Baviera momenti della tavola rotonda: “Fake News” e fiducia persa: Giornalismo in un Mondo dei media insicuro (foto © ilsoleitaliano F.G.B)

I mezzi di propagazione e di mistificazione delle informazioni si evolvono molto velocemente e più in fretta dei mezzi di contrasto, non ultimo la Deepfake una tecnica che sfruttando l’accumulo di migliaia di foto, con espressioni diverse del volto di un personaggio ed inserite in un computer con il programma adatto, riesce a riprodurre delle scene riprese con attori sostituendone il volto con quello del personaggio e sincronizzando i movimento delle labbra si riesce a fargli dire quello che uno vuole. Questo tipo di fake non sembra avere impressionato gli interlocutori solo per il fatto che la tecnologia informatica ancora non è così potente da poterla attuare se non con risultati grossolani (per il momento).

L’argomento delle Fake News è molto vasto e complesso ed i punti toccati sono stati tanti ed ognuno meriterebbe un approfondimento specifico.

A fine serata mi sono potuto confrontare con altri colleghi ed è stata quasi unanime la condanna di Facebook quale principale “colpevole” della propagazione delle Fake News. Io ho fatto notare il mio dissenso nel condannare tout court Facebook in quanto lo trovo molto utile, a prescindere dai fini personali, per esempio nell’aspetto dei gruppi come punto di riferimento per le informazioni pratiche di orientamento. Altro sono i casi tipo Cambridge Analytica.

Io personalmente trovo molto utili i gruppi Facebook come Italiani ad AugsburgItaliani a Monaco. Quest’ultimo molto ben fatto, nella sezione info. O come alcuni youtuber che vanno in giro a mostrarci luoghi o situazioni diversi da quelli riportati dai media ufficiali tradizionali, come per esempio lambrenedettoxvi, anche se non condivido tutto. E poi una notizia vera è tale a prescindere da dove viene pubblicata.

Tutti ci siamo trovati concordi che il “Giornalismo Investigativo” è il cuore del Giornalismo e non quello di arrogarsi il diritto a dare un’informazione.

Con alcuni colleghi ci siamo ripromessi di fare un nuovo incontro proprio per parlare della funzione informativa dei gruppi Facebook e del contrasto alla diffamazione tramite internet, per la quale in Germania più di una condanna di risarcimento danni è stata comminata.

Nel mio piccolo ritengo che una Fake News, è uguale su che mezzo viene pubblicata, rimane sempre una “balla“.

di Francesco G. Blundo