Intervista a Daniela Di Benedetto, Presidente del Comites di Monaco di Baviera

Monaco di Baviera. Daniela Di Benedetto, oltre che presidente Comites Monaco di Baviera, è anche Consigliere del Consiglio per l’Integrazione dello stato bavarese, Consigliere del consiglio circoscrizionale BA 25 di Laim- München e incaricata per lo stesso per le migrazioni (Migrationsbeauftragte)

Monaco di Baviera. Dr. Daniela Di Benedetto, Presidente Comites Monaco di Baviera (foto © ilsoleitaliano)

Sono passati cinque anni dal tuo insediamento: ci siamo lasciati che il Comites era quasi “inesistente” tra gli italiani, com’è percepito oggi?
Per l’aspetto della percezione del Comites, bisogna fare un distinguo fra le zone del territorio. Se per esempio parliamo di Augsburg, allora la nostra penetrazione è superficiale, in quanto chi vive ad Augsburg si interessa poco di ciò che succede sul territorio; mentre chi vive a Monaco è molto più accorto riguardo alle vicende del posto.

Riformulo la domanda: nell’ultima tornata elettorale ha votato non più del 5% degli aventi diritto. Se dovesse riproporsi una simile percentuale di votanti porrebbe un problema serio di rappresentatività della comunità italiana da parte del Comites e quindi ne svuoterebbe ogni prerogativa. Cosa puoi dire a riguardo?
Come dicevo la “riconoscibilità del Comites” sul territorio non è omogenea, per un maggior radicamento sullo stesso dovrebbero aiutarci di più il ministero e i Consoli che si alternano sul territorio. Ci sono Consoli che si portano il Comites quando vanno a visitare le istituzioni, le piccole realtà di paese eccetera… mentre altri non lo fanno. Anche se non è scritto da nessuna parte che debbano farlo, questa forma di accreditamento è molto importante e sarebbe bello che il ministero formalizzasse questa forma di coinvolgimento.

Perché un italiano dovrebbe essere interessato al Comites?
Il Comites dovrebbe aiutare l’italiano a conoscere il “sistema”, ma gli italiani dovrebbero scendere dal piedistallo, in quanto riteniamo di conoscere tutto e di essere ben integrati. In realtà si fanno errori di valutazioni del sistema, errori che molte volte pregiudicano l’usufruire dei diritti. Per esempio: la falsa percezione del sistema scolastico tedesco porta ad un approccio errato allo stesso, pregiudicando molte volte il futuro stesso dei figli.

Il fatto che il Comites non sia radicato nel territorio può derivare dal fatto che i rappresentanti del Comites curano più i rapporti con le istituzioni e politici tedeschi, per una propria autopromozione, che i rapporti con gli italiani del posto?
Siccome il Comites è un organo di volontari ognuno adotta un proprio stile. Ci sono Comites che hanno avuto lo stile di rivolgersi di più alle istituzioni, io ho cercato fin dall’inizio di coinvolgere le comunità. Purtroppo non sempre funziona, perché c’è bisogno della comunità che ti accolga, se ti ricordi all’inizio (n.d.r. giorno dell’elezione del Presidente del Comites, 2015) abbiamo detto che le riunioni le facevamo a rotazione in posti diversi ed ho avuto anche persone che si sono lamentate dicendo “tu qui non ci vieni mai…”, ma la richiesta di presenza va avanzata per tempo e in modo esplicito. Se qualcuno dice che c’è bisogno della presenza del Comites, in ogni caso o vengo io, o viene un delegato: se ce lo chiedono siamo sempre disponibili. Per esempio: abbiamo dato sostegno alle scuole bilingue che l’hanno richiesto, nei loro rapporti con il ministero dell’istruzione.

Noi come Comites siamo soffocati dal carico burocratico che impegna le nostre forze per l’80% e il resto lo possiamo dedicare alla nostra funzione politica. Questo è un punto che andrebbe affontato e risolto da chi ha il potere di farlo.

Istituzioni, Comunità, ma i contatti con i singoli italiani?
Io ho visto presidenti di Comites che si infastidivano se qualcuno andava a parlare con lui, perché preferiva parlare con le istituzioni. Ma questo non è il mio stile. Il mio stile è andare in mezzo alla gente: parlare con le persone e cercare di raccogliere le istanze direttamente dalle persone. Purtroppo non è lo Stato a chiedertelo ed è demandato alla buona volontà e all’approccio di ciascuno di noi.

È importante il Comites, ha ancora senso?
Il Comites ha un’importante funzione, in teoria, di raccordo tra le Istituzioni centrali, ministeri italiani e istituzioni tedesche, e il territorio. Purtroppo il rinvio continuo delle elezioni dei Comites, sia con il Comites precedente che con l’attuale, con le elezioni rimandate dal 17 aprile del 2020 a un periodo indefinito che potrebbe andare da aprile 2021 a dicembre 2021, crea dissapore e malcontento nella comunità. Rinviare in continuazione le elezioni fa allontanare gli elettori dall’organo che dovrebbero eleggere, la democrazia va esercitata. E il fatto di non farla esercitare rende il Comites agli occhi degli italiani del posto un ente inutile e fine a se stesso, come se fossimo noi a cantarcela e suonarcela. Il ministero ci ha invitato a usare questo tempo di rinvio per aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento tra i cittadini italiani rispetto al Comites.

Questo vivere nell’incertezza comporta anche l’impossibilità a fare una programmazione affidabile e di lungo periodo.

Come sta affrontando il Comites e la comunità italiana questo perido del Coronavirus?
Questa problematica è stata ed è molto sentita, nelle prime settimana c’è stata una forte richiesta di informazioni in lingua italiana, in quanto il flusso di informazioni era continuo e i temi erano anche abbastanza complessi. Molti si rifacevano alle misure prese in italia e si cercava di capire in che cosa erano simili e in cosa difforme.

Quali difficoltà hanno incontrato i nostri concittadini?
Sia la Baviera che il comune di Monaco hanno messo una larghissima gamma di interventi e di aiuti sia sociali che economici per venire incontro ai concittadini e ai loro problemi e possiamo dire che, nella maggior parte dei casi, tutti hanno avuto un paracadute fornito dalle istituzioni locali tedesche.

Tuttavia chi aveva un contratto a tempo determinato o con retribuzione irrisoria, a prescindere dalla nazionalità, è stato pesantemente penalizzato…, come d’altronde anche i lavoratori in nero. In alcuni casi ci siamo attivati per poter aiutare queste persone, che ce l’hanno chiesto, a cercare di regolarizzare la propria posizione lavorativa.

Prossime iniziative?
Noi ci siamo adoperati per l’assunzione di un nuovo addetto per lo sportello del cittadino e speriamo di poterlo riaprire, compatibilmente con la situazione delle riaperture locali, per i primi di giugno. Abbiamo sostenuto un intervento del Consolato Generale per sostenere le varie categorie, tipo la gastronomia, con informazioni e cercando di fare pubblicità agli operatori stessi.

Sosteniamo l’Ambasciata italiana in Berlino che attraverso il progetto “Noi ci Siamo” sta promuovendo una serie di incontri on-line per spiegare le problematiche tecniche del periodo. Spiegando cosa è possibile e cosa non è possibile fare, nonché le fonti informative da consultare.

Abbiamo collaborato anche ad una raccolta fondi che è stata promossa dal Consolato e dalla Camera del Commercio, con la collaborazione della Caritas tedesca, per aiutare gli ospedali Spallanzani di Roma e Sacco di Milano. L’Unicredito, attraverso l’Hypovereinsbank, si è resa disponibile a raddoppiare l’intera cifra raccolta entro il 9 aprile. Sono stai raccolti circa 40.00 euro che con l’apporto dell’Unicredito sono diventati 80.000.

È prevista qualche iniziativa per il 2 giugno?
Sempre insieme al Consolato Generale stiamo cercando di organizzando un concerto in streaming di un importante artista che verrà trasmesso in occasione della festa della Repubblica e mediande il concerto, di questo nome importante della musica, contiamo di raccogliere delle donazioni da utilizzare per organizzare un evento con i musicisti italiani locali un po’ più avanti nel tempo, quando sarà possibile. Questo è uno dei contributi che vorremmo dare all’arte.

Chi è questo artista?
Non c’è ancora nulla di definitivo, ti darò tutti i dettagli appena sarà formalizzato.

Rimango in attesa di sapere di più su questa manifestazione. Ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso, è sempre un piacere parlare con te.
Il piacere è anche da parte mia, ma il tempo stringe e devo ottemperare ai miei doveri di mamma.

L’intervista ha toccato anche i temi dei finanziamenti, dei costi e dell’uso dei budget, ma questo sarà oggetto di un altro articolo che riguarderà i bilanci e le relative analisi puntuali con le procedure, i progetti finanziati, i beneficiari e le persone coinvolte.