
Monaco. L’integrazione può essere reale solo se di essa si fa esperienza, se si condivide tempo e spazio con culture sconosciute e diverse dalla propria. Sulla base di questa idea è nato a Monaco un nuovo progetto abitativo, che coinvolge rifugiati e studenti.
Si chiama Condrobs l’associazione che oltre due anni fa ha ideato e poi messo in pratica il progetto, inaugurato dopo lunghi preparativi qualche settimana fa. L’organizzazione senza scopo di lucro realizza progetti sociali in tutta la regione del Bayern, ma con questo suo lavoro ha voluto costruire qualcosa di completamente nuovo e in qualche modo anche rischioso.
Nel palazzo in Kistlerhofstraße (a sud della città) abiteranno presto 42 studenti e 61 rifugiati, giovani ragazzi e ragazze che desiderano “vivere l’integrazione”. Le stanze, prima sede di uffici, non sono tutte occupate, si può quindi ancora fare richiesta per poter entrare a far parte del progetto, a patto però che si soddisfino particolari requisiti. I migranti devono già parlare un buon tedesco e essere in possesso di un Ausbildungplatz; gli studenti allo stesso modo devono dimostrarsi interessati ed identificarsi con i principi di uguaglianza e condivisione che stanno alla base del progetto.
A disposizione di tutti, giorno e notte, aiuti professionali e pedagoghi che svolgono un ruolo importante di connessione e aiuto psicologico e sociale. Nella maggior parte dei casi, i rifugiati sono molto giovani e giunti in Germania soli, le loro famiglie sono a centinai di chilometri di distanza, in paesi poveri e distrutti da guerre continue. Lo Jungendamt aiuta quindi questi giovani ad inserirsi in uno spazio, che col tempo potrebbe diventare la loro nuova casa.
All’inaugurazione della nuova casa comunitaria era presente anche il sindaco della città Dieter Reiter, che si è dimostrato entusiasta di un’idea che lui stesso ha definito “unica” e “speciale”, perché unisce con un preciso intento pedagogico e formativo persone con culture e storie personali molto diverse tra loro. Questo è il vero senso della parola integrazione e sono proprio progetti come questo che ci si possono e ci si devono aspettare da una città come Monaco.
Concorde con le parole del sindaco anche Frederik Kronthaler, capo dell’associazione Condrobs, che come lui stesso racconta ha dovuto convincere moltissimi investitori dell’onestà di un progetto quasi necessario per una città che negli ultimi mesi ha visto arrivare un numero enorme di nuovi richiedenti asilo. Kronthaler si è dimostrato soddisfatto e orgoglioso del lavoro svolto fin’ora: sono passate ormai alcune settimane dall’apertura delle porte dei nuovi alloggi e tutto sembra andare per il meglio.