Alla difesa dell’occidente

Monaco: manifestazione anti-pegida (foto Carmen Romano)
Monaco: manifestazione anti-Pegida (foto Carmen Romano)

Monaco: ieri sera alle ore 17.30 circa 20.000 persone si sono ritrovate presso la Sendlinger Tor per manifestare nuovamente contro le idee razziste e islamofobe promosse dal movimento Pegida. Siamo andati sul campo per vedere cosa ne pensano nel concreto i partecipanti e quali sono le varie anime di questo movimento, costituitosi spontaneamente per difendere gli ideali di tolleranza e rispetto per le diverse culture.

Innanzitutto cosa sono Pegida, Mügida e Bagida? L’acronimo originale del Pegida nato a Dresda il 20 ottobre scorso sta per „Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes“, ovvero “Europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente”. Non è un movimento omogeneo e organizzato, tanto che in quasi ogni città dove si è diffuso si è dato un nome leggermente diverso a carattere locale o regionale. Per questo le sue  derivazioni in area monacense, la Bagida e la Mügida, stanno rispettivamente per „la Baviera/Monaco contro l’islamizzazione dell’occidente“. Non essendo un movimento omogeneo è difficile dargli delle etichette politiche, nè riassumere in poche parole i valori che promuove, che sono in taluni casi confusi per gli stessi partecipanti a queste manifestazioni. Ciò nonostante si può dire che tra i partecipanti ai vari Pegida una parte è costituita da appartenenti e simpatizzanti dei partiti di estrema destra, come il partito bavarese „Die Freiheit“.

L’evoluzione delle manifestazioni: dall’ottobre scorso in tante città della Germania sono state organizzate manifestazioni simili a quella di Dresda con cortei sempre più grandi a scadenza settimanale. Dalla fine di dicembre (il 23 a Monaco) la società civile si è però mobilitata per manifestare il suo dissenso verso queste espressioni di razzismo e intolleranza e ha organizzato contro-manifestazioni contemporanee a quelle di Pegida. Il risultato è stato evidente: in quasi tutte le città tedesche – tranne Dresda e Lipsia – il numero dei contro-manifestanti ha superato progressivamente sempre di più quello dei manifestanti. Come la scorsa manifestazione a Monaco del 5 gennaio che ha visto circa 1500 contro-manifestanti fronteggiare gli appena 60 manifestanti del Pegida, così questo lunedì circa 20.000 persone (le cifre sono state date dal sindaco di Monaco presente sul palco) hanno protestato contro circa 250 (diventati poi 1500 verso la fine della manifestazione). La prossima manifestazione si terrà a Monaco lunedÍ 19 gennaio e non si sa quante ancora ne verranno organizzate.

Monaco: manifestazione anti pegida (foto Carmen Romano)
Monaco: manifestazione anti-Pegida (foto Carmen Romano)

Chi organizza le manifestazioni Anti-Pegida? Così come sulla pagina Facebook – canale principale di organizzazione sia delle manifestazioni che delle contro-manifestazioni – anche sul palco si sono alternati tutti i rappresentanti principali di „München ist bunt“. Si tratta di una vastissima coalizione che comprende molti sindacati, associazioni giovanili e di migranti, fondazioni religiose sia cattoliche che evangeliste e soprattutto un ampio spettro di partiti, dalla Linke ai liberali dell’FDP. Tutte queste differenti anime si sono riunite sotto i principi di una Monaco piena di rispetto per la diversità e contro la fomentazione di odi, paure e risentimenti basati sulle differenze religiose.

Il grande assente: come argomentato da diversi giornali locali nelle settimane scorse, – anche se alcuni singoli membri hanno partecipato alle anti-manifestazioni – il grande assente a questo movimento trasversale è la CSU, il partito bavarese gemellato con quello della cancelliera Merkel, la CDU. Questa assenza è infatti particolarmente problematica per il monito che la stessa Merkel ha lanciato nel suo tradizionale discorso di fine anno: „in Germania c’è la libertà di manifestare, ma non c’è posto per chi fomenta l’odio contro le persone che vengono da altri paesi“ ha detto. La CSU invece non si è espressa esplicitamente contro Pegida, facendo – anche secondo diversi partecipanti alla manifestazione di ieri – l’occhiolino alla sua area più estrema anche con i nuovi programmi per una riforma della gestione dei richiedenti asilo. Tutto questo insomma per paura di perdere consensi a destra.

Le conseguenze nella società e nella politica nazionale: la coalizione che ha organizzato queste contro-manifestazioni „München ist bunt“ si è costituita sotto principi importanti e reali che hanno unito associazioni e partiti che raramente parlano tra di loro. Anche se i contenuti del movimento Pegida sono estremamente negativi, hanno avuto conseguenze positive e importanti nella società: si è iniziato a parlare delle difficoltà dell’integrazione che spesso vengono taciute, molti hanno riflettuto e preso posizione. L’accoglienza di nuovi immigrati è stata quindi rivalutata sotto una luce diversa: come prova di quanto effetivamente aperta e solidale sia la società tedesca.

Monaco: manifestazione anti pegida (foto Carmen Romano)
Monaco: manifestazione anti-Pegida (foto Carmen Romano)

L’Anti-Pegida e il contesto internazionale: sembra quasi ovvio dirlo, ma tutti gli interventi che si sono alternati sul palco e molti partecipanti che abbiamo intervistato hanno tenuto a sottolinearlo: con i fatti di Francia della settimana scorsa, non possiamo più permetterci di astenerci dal manifestare solidarietà a tutti coloro che sono quotidianamente discriminati per la loro religione, provenienza o colore della pelle.  Solidarietà e tolleranza sono i valori che impediranno un’altra strage alla Charlie Hebdo, e quando cose simili succederanno (si é fatto il parallelo anche con la strage di Utøya in Norvegia del 2011) non bisognerà accettare l’etichetta che gli attentatori stessi si danno, ovvero quella religiosa, ma bisognerà chiamarli per quello che sono: semplici terroristi. Questo il messaggio generale, sottolineato soprattutto dalle associazioni dei migranti che hanno ringraziato tutti i partecipanti per il sostegno ricevuto.

Il travisare valori e parole è insomma l’accusa generale che tutti hanno rivolto al movimento Pegida. Tra gli altri il rappresentante della comunità evangelica ha spiegato: „queste persone si dichiarano difensori dell’occidente quando forse non si sono neanche chiesti cosa significhi occidente. […] vuol dire ospitalità e solidarietà nei confronti degli asilanti“.

Cos’è successo quindi ieri? Il messaggio comunque passa forte e chiaro: c’è un noi positivo, festante, e ironico, che vuole difendere un paese di cui é orgoglioso perchè a pochi decenni dalla dittatura nazionalsocialista è diventato meta privilegiata di tante persone che vogliono vivere una vita migliore (circa 200mila rifugiati nel 2014). E c’è un voi pieno di risentimento e paura che si lascia trascinare da slogan populisti (se vogliamo parlare coi numeri solo l’1,9% dei tedeschi si è dichiarato musulmano in un censimento del 2013). Quella di ieri era una festa, una festa forte, tanto che, per dirlo con le parole di un’amica presente all’evento „è incredibile quanta gente ci sia, ci sono più persone in piazza oggi che quando la Germania ha vinto il mondiale!“.