
Dachau: nella notte tra l’1 e il 2 novembre dell’anno scorso è stata rubata la storica porta d’ingresso dell’ex campo di concentramento di Dachau, la porta contenente la terribile scritta presente all’ingresso di tutti i campi di concentramento nazisti: Arbeit macht frei.
Da due mesi però le indagini sull’accaduto sono rimaste ad un punto di stallo: le analisi del DNA presente sul resto della cancellata non hanno prodotto alcun risultato interessante e tramite le testimonianze del servizio di sicurezza privato che si occupa di controllare il sito storico si è riusciti solo ad identificare il momento esatto in cui è avvenuto il furto.
Aktenzeichen XY: Per smuovere le indagini la polizia ha quindi deciso di rivolgersi al programma televisivo trasmesso da ZDF „Aktenzeichen XY“, una sorta di „Chi l’ha visto?“ che si occupa però non solo di persone scomparse ma di una più ampia tematica di indagini. Il programma, trasmesso ininterrottamente dal 1967, ha molto successo e consiste nell’esposizione di 3 fino a 6 casi criminali tramite video di una decina di minuti l’uno e nella raccolta in diretta o sul sito internet di testimonianze che gli spettatori possono avere riguardo alle singole indagini. Le statistiche ufficiali dicono che il 40% dei casi esposti nel programma sono stati risolti, anche se non è detto che il motivo principale della soluzione siano i contributi dei telespettatori.
Le indagini: Fatto sta che nel caso delle porte di Dachau la trasmissione della settimana scorsa ha smosso qualcosa e la polizia locale ha ricevuto 22 indizi che potrebbero essere decisivi. Due persone diverse in particolare hanno detto di aver incontrato un uomo che guidava una station wagon e ha chiesto indicazioni stradali per il campo di Dachau. La porta rubata è alta 190 cm e larga 95 e potrebbe quindi essere trasportata in un’ampia autovettura. I due indizi sono però contrastanti in quanto un testimone ha detto che la persona che guidava l’auto aveva un accento polacco, mentre l’altro testimone ha detto che la persona si è dichiarata di origine norvegese.
La motivazione: Per quanto riguarda i motivi del furto sembrano esserci pochi dubbi. Si tratta o di un furto ad opera diretta di neo-nazisti o di un furto motivato dal ricavo in denaro che la vendita dei cancelli può fruttare: si sa infatti che la vendita su internet di oggetti devozionali nazisti può raggiungere in alcuni casi cifre da capogiro. A tal proposito nel contesto delle indagini si è tenuto conto del fatto che 5 anni fa la stessa scritta era stata segata via dai cancelli di Auschwitz, anche se una connessione tra i due furti non è ancora stata stabilita.
La matrice politica del furto è ancor più probabile visti gli atti di vandalismo che negli anni l’ex campo di concentramento ha subito, come graffiti indicanti simboli e motti appartenenti alla tradizione dell’estrema destra.
Vista l’importanza storica e simbolica del furto, l’ufficio regionale criminale e la fondazione dei monumenti commemorativi bavaresi hanno istituito una ricompensa di 10.000 euro per chi aiuterà a risolvere il caso. Se sapete qualcosa a riguardo potete contattare la polizia criminale di Fürstenfeldbruck al numero 08141 / 61 20.