
Monaco di Baviera: Ormai il tabù sembra superato, oggi si può parlare di Cannabis senza che nessuno ne rimanga scioccato. Anche perché cresce il gruppo di coloro che ritengono inutile e in qualche modo inaccettabile la persecuzione di chi ne fa sporadicamente uso. Parere difeso da una minoranza per lungo tempo silenziosa e di certo non politicamente rappresentata.
Ma sembra che qualcosa, anche in Germania, si stia muovendo. A Berlino il sindaco Monika Herrmann del distretto Friedrichshain-Kreuzberg ha chiesto un permesso per la vendita regolamentata della Cannabis, richiesta supportata da un’iniziativa parlamentare per la distribuzione controllata dell’hashish e che appassiona più di un gruppo politico.
Una richiesta molto simile è stata fatta alcune settimane fa anche presso il consiglio comunale di Monaco: il gruppo SPD ha infatti avanzato la proposta di realizzare un programma pilota per la legalizzazione in piccole quantità della Cannabis. “Cannabis Social Club”, questo il nome del progetto, prevede la vendita e quindi il consumo della droga leggera sotto il controllo e la supervisione di un apposito ufficio comunale. La proposta è stata accolta positivamente da molti schieramenti politici, dai Verdi ai Pirati fino al gruppo FDP, ma si è dovuto scontrare contro la maggioranza comunale nero-rossa, che ne ha impedito la concretizzazione.
Tuttavia molti negli ultimi tempi sono i promotori di attività pro-legalizzazione e tra questi c’è Wenzel Cerveny, proprietario di numerosi locali di Monaco e candidato al parlamento nelle file del Bayernpartei. Oggi Cerveny è il volto di un movimento che chiede a gran voce la regolarizzazione della Cannabis: grazie ad un referendum la pianta illegale dovrebbe essere legalizzata, ne dovrebbe essere concessa la coltivazione e regolamentata l’assunzione. L’associazione di Cerveny ha già raccolto le 25 mila firme necessarie per l’approvazione del referendum, tuttavia per non incorrere in problemi futuri se ne vogliono accumulare altre 8 mila, per questo gli attivisti saranno presenti fino a fine agosto con il loro stand nella zona pedonale cittadina presso Marienplatz e Stachus.
Successivamente la raccolta firme, il Ministero dell’interno dovrà valutare la legittimità della richiesta, che tuttavia secondo le parole dello stesso Cerveny sarà difficile da ottenere. Per questo egli ha messo le mani avanti ed ha già affermato che in caso di annullamento della richiesta e di non ammissione del referendum, è pronto a procedere con un atto di querela. In tale situazione la decisione passerà poi alla Corte Costituzionale. Il portavoce del Ministero non si sbilancia, ma non nasconde la difficoltà della situazione: la richiesta che si esprimerebbe attraverso il referendum solleverebbe innumerevoli problemi legali, in quanto scavalcherebbe la legge federale anti-droga.
Gli attivisti pro-legalizzazione però non demordono e continuano con la loro battaglia, sicuri delle loro richieste: la canapa dovrebbe essere considerata una pianta come qualsiasi altra e quindi approvatane la coltivazione e il consumo. L’hashish e la marijuana dovrebbero essere acquistabili, ma sempre sotto il controllo e la valutazione della città e di un apposito ufficio. Rimarrebbero inoltre alcune leggi, resterebbe ad esempio il divieto per i minorenni di consumare le droghe leggere.
Tra le ragioni dei fautori del referendum c’è l’idea che molti consumatori entrano in contatto con droghe pesanti perché costretti a rifornirsi di Cannabis in modo illegale e sono quindi avvicinati dagli spacciatori ad altre droghe più pericolose. Eventualità meno probabile se la marijuana fosse legale.
Questo è innanzitutto un primo tentativo per depenalizzare chi fa uso di cannabis una volta ogni tanto, cosa che per altro è già ritenuta da molti un non-crimine.