
Germania: In redazione sono arrivate alcune richieste di chiarimento riguardo il provvedimento di espulsione dalla Germania per tutti i cittadini europei non tedeschi che rimangono senza lavoro per più di sei mesi.
Per capire le radici di questa notizia non esatta che gira in questi giorni sul web, bisogna tornare indietro al 1 gennaio 2014, ovvero all’entrata in Unione Europea di tre nuove nazioni: la Bulgaria, la Romania e la Lettonia. Le problematiche economiche e sociali delle prime due hanno portato il partito conservatore bavarese CSU a parlare di un’ondata migratoria in arrivo difficile da gestire e di un possibile abuso del sistema sociale tedesco creando allarmismo e preoccupazioni.
Tanto da proporre di eliminare il sussidio statale e di espellere gli europei non tedeschi che restano disoccupati per più di sei mesi. Dietro a questa proposta di legge si nasconde però una strategia politica da contestualizzare all’interno della campagna che precede le elezioni europee di maggio: la CSU punta sul tema dell’emigrazione per ottenere i voti dei conservatori.
“Wer betrügt, der fliegt” è il suo slogan, ovvero “Chi inganna se ne va”, un modo per dire che tutti coloro che approfittano dei sussidi statali devono tornare nei loro Paesi. È vero che se questa proposta diventasse legge, sarebbero coinvolti anche gli italiani, che insieme ai turchi, i greci e i polacchi sono tra i più numerosi.
Il dibattito continua da mesi all’interno della Grande Coalizione della cancelliera Angela Merkel, ma una decisione arriverà solo a giugno, ovvero soltanto dopo i risultati delle europee che si terranno tra il 22 e il 25 maggio prossimo. Resta da capire se, oltrepassata questa data, provvedimenti di questo tipo saranno davvero ancora interessanti, anche per la CSU stessa.