Intervista a Gabriele D’Amico – Candidato per Liberi e Uguali

Gabriele D’Amico candidato per Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati della Repubblica Italiana nella ripartizione Europa. Torinese, 31 anni sposato con tre figli, avvocato, appassionato di diritto ed economia della cultura, vive da alcuni anni in Germania, dove attualmente svolge un dottorato di ricerca in Diritti umani e diversità culturale, presso la Freie Universität zu Berlin.

Perché ha deciso di candidarsi a queste politiche?
Io sono nato in una famiglia della diversità comunista. Dove non si parlava di Marx, ma mi si diceva che le scarpe si compravano al mercato, anche se potevamo spendere di più. Non ho mai fatto parte di niente. Non mi sentivo pronto e sono stato cresciuto con Gramsci. Prima ci si indigna, poi si studia e poi ci si mobilita. Capisco che non tutte le persone di sinistra intendono queste parole di Gramsci in quest’ordine, ma a me sono state insegnate così. Studiare per sentirsi pronto alla politica.

Gabriele D’Amico candidato per Liberi e Uguali alla Camera della Repubblica Italiana nella ripartizione Europa

Perchè Liberi e Uguali? Perché votare Lei?
Noi siamo in un sistema economico liberista che è scientificamente falsificato. Un treno che sta andando a sbattere contro un muro, che è un muro ecologico, perché le teorie economiche che usiamo, non tengono conto della finitezza delle cose, un muro sociale, perché noi stiamo tornando alla servitù della gleba. Voi in Germania lo conoscete bene con i Minijob, noi con la precarietà e tutte queste riforme avute che non rispondono a logiche di lungo periodo, di sostenibilità. Di fronte a tutto questo, c’è bisogno di una forza politica che non solo si faccia interprete delle distanze materiali di milioni di italiani che in Italia e all’estero vivono in condizioni di precarietà economica inaudita, ma che faccia anche un percorso di formazione di tipo sociale, politica e culturale che ci propongo quell’Italia migliore di sviluppo sostenibile integrale che mette al centro il valore assoluto della persona umana che è l’eredità della nostra Costituzione. Al di là di Liberi e uguali, non vedo alcun partito che possa dare una ragionevole speranza di poter fare questo nella XXVIII legislatura in Italia. Perché votare me? Perché sono quindici anni che mi preparo per questo, per servire la politica. Non ho esperienza politica, ma sono molto preparato.

Un’azione concreta del suo programma che possa interessare gli elettori del sud della Germania.
Mi batterei per il programma che si chiama “Comunità”. Gli Italiani all’estero sono frammentati in gruppi, in associazioni regionali, in comunità politiche, manca un’unità di queste realtà, di sinergia. Quindi la riforma degli Italiani all’estero deve passare innanzitutto per una messa in rete di quello che già c’è rendendoli economicamente sostenibili.

Faccio un esempio: io prendo il caffè in un posto che vendeva cioccolato. I cioccolatini erano terribili. Allora mi sono fatto mandare due scatole da una piccola azienda che conosciamo e li ho portati dove prendo il caffè, adesso questa signora compra i gianduiotti fatti a Torino. Se tutti gli italiani in Europa facessero una roba del genere con i territori di provenienza, chiedendo una percentuale sulle vendite al venditore che altrimenti non avrebbe potuto accedere a quel mercato, e con questi soldi noi pagassimo dei servizi unici, come l’accesso al finanziamento europeo, aiuto a rispondere ai bandi europei, accesso informatico di segreteria amministrativo per le associazioni culturali e ricreative, noi avremo trasformato gli italiani in Europa in ambasciatori verso la società civile e l’italianità.

Mi batterei per rendere la Rai accessibile dall’estero. Può essere tutta la Rai o almeno alcune produzioni da lei prodotte e le partite di calcio. Molti italiani trovano in quello un momento di significato nazionale, più che non nel documentario o nel telegiornale. Anche se questo costa, noi stiamo investendo nello stare insieme e nell’alimentare un momento di aggregazione e senso di comunità per i connazionali all’estero.

Una cosa che realizzerà in un anno se dovesse essere eletto.
Darò 10.000 euro al mese per cinque anni a associazioni che offrono sostegno materiale o culturale agli italiani in Europa attraverso bandi mensili.

(© ilsoleitaliano)