
Monaco. “Il percorso scelto per la manifestazione è una palese provocazione” nei confronti della città e dei suoi cittadini, con questa motivazione il comune ha vietato il corteo di Pegida in programma per questo lunedì. Dopo diversi incontri con alcuni affiliati del movimento, il capo dell’ordine cittadino, Wilfried Blume-Beyerle ha comunicato la propria decisione questo venerdì: la manifestazione potrà esserci solo se gli organizzatori accetteranno di modificarne l’itinerario.
Nel manifesto di Pegida (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes) è scritto che esso rappresenta quei “patrioti europei che vogliono combattere contro l’islamizzazione dei paesi occidentali”. Fondato l’ottobre scorso a Dresda, il movimento sta guadagnando mese dopo mese sempre più consensi, tanto da attirare l’attenzione di tutti coloro che, in un senso o nell’altro, parlano in Germania di islamismo. Pegida sta crescendo in maniera costante, soprattutto dopo l’attacco terroristico avvenuto in Francia nel gennaio scorso, e si sta diffondendo in altre città tedesche, tra cui Lipsia, Bonn, Colonia, Francoforte e Düsseldorf.
Più recentemente i suoi organizzatori hanno raggiunto anche Monaco, dove già da qualche tempo si sono organizzati per fare opera di proselitismo con nuove manifestazioni. Manifestazioni che Blume-Beyerle ha però vietato, sebbene consapevole che il gruppo populista di destra non accetterà la decisione presa dal comune e ricorrerà in giudizio.
Blume-Beyerle ha affermato che l’itinerario registrato dagli organizzatori per la manifestazione è una vera e propria provocazione: il percorso vuole essere una passeggiata attraverso la storia nazionalsocialista della città. Partendo da Stiglmaierplatz, i simpatizzanti di Pegida vorrebbero raggiungere prima Königsplatz, luogo dove avvenne il tristemente famoso “rogo dei libri” nel 1933, e poi Karolinenplatz, dove tra il 1930 e il 1945 si trovava la sede centrale del NSDAP (Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi). Da lì vorrebbero poi proseguire lungo Lenbachplatz e Pacellistraße, per terminare la marcia in Odeonsplatz, dove nel 1923 ha avuto luogo il fallito colpo di stato di Hitler.
Non si tratta quindi secondo Blume-Beyerle di una coincidenza, né di una scelta innocua, ma di un’idea consapevole e intollerabile, che il comune non può appoggiare. Soprattutto perché il piano degli organizzatori sarebbe quello di riunirsi ogni lunedì fino alla fine dell’anno e procedere con il corteo sempre lungo la stessa rotta. Ma la decisione presa da Pegida di incontrarsi in questi luoghi sensibili, viola la stessa legislazione bavarese, che appunto vieta la riunione in luoghi simbolo della tirannia nazista, quando essa lede la sensibilità delle vittime del nazismo.