Proporzioni tra affitti e stipendi a Monaco

Monaco di Baviera: Calo del peso degli affitti sullo stipendio (1993-2013)
Monaco di Baviera: Calo del peso degli affitti sullo stipendio (1993-2013)

Monaco di Baviera: l’associazione dei proprietari di terreni e case ha pubblicato in data 14 maggio un commento sui risultati dell’indagine statistica svolta dal Comune sulla situazione degli affitti del capoluogo bavarese. L’analisi è per certi aspetti sorprendente e sfata alcuni luoghi comuni sull’eccessivo costo degli affitti di Monaco.

Secondo i dati raccolti tra il 1993 e il 2013 la proporzione dei guadagni dei cittadini che viene spesa per l’affitto è scesa in media dal 30% al 23%, questo perché gli stipendi dei cittadini sono aumentati rispetto all’aumento degli affitti. Nella fattispecie mentre gli affitti sono aumentati tra il 16% e il 24%, gli stipendi sono aumentati del 48%. Per fare un paragone: chi abita a Berlino spende il 30% del proprio stipendio per pagare l’affitto.

Quello che è aumentato di più rispetto agli stipendi sono le spese accessorie (ovvero luce, acqua, gas e nettezza urbana). Il servizio del gas ad esempio, è aumentato rispetto al 1993 del 154%. Per dare un’idea più precisa: per un consumo di gas annuale di 1500m3 per un appartamento di tre stanze di 80 m2 la bolletta del gas è passata da €390 a €990.

L’associazione dei proprietari sottolinea – in polemica con la gestione comunale – che le aziende comunali che gestiscono questi servizi sono appunto gestite direttamente dalla città, e quello che i cittadini pagano in bollette ritorna indirettamente al comune che poi riutilizza il denaro per il finanziamento di progetti come la manutenzione delle strade o delle piscine comunali e dei parchi.

Il problema sta nel fatto che in questo modo anche coloro che percepiscono stipendi inferiori alla media e i pensionati (che vengono generalmente esentati dal pagare l’imposta sul reddito) tramite il pagamento di bollette così elevate contribuiscono comunque alle spese comunali. Cosa questa che secondo l’associazione dei proprietari va contro il principio costituzionale, secondo il quale ogni cittadino paga le tasse in maniera proporzionale alla propria capacità produttiva.