Quanto costa la riforma del sistema energetico in Baviera?

Monaco di Baviera: Quanto costa la riforma del sistema energetico in Baviera?
Monaco di Baviera: Quanto costa la riforma del sistema energetico in Baviera?

Monaco di Baviera: dopo le tragiche conseguenze dello tsunami giapponese del 2011 a Fukushima, il governo tedesco ha stabilito la chiusura entro il 2030 delle centrali atomiche della Germania in favore di un cambiamento generale della produzione di energia. Quali sono le conseguenze di questo cambiamento a livello locale? Vediamo qui i pro e i contro che deriveranno dalla chiusura della centrale dell’Isar.

La città di Monaco detiene il 25% delle quote della centrale atomica “Isar 2”, il restante 75% appartiene al gruppo industriale Eon. Negli anni passati la centrale è stata una fonte di reddito molto produttiva per la città (era riconosciuta come la centrale atomica tra le 5 più produttive al mondo), ma con la chiusura pianificata per il 2022 potrebbe trasformarsi in una fonte di perdite economiche in quanto il comune dovrà contribuire anche ai lavori di demolizione e stoccaggio definitivo delle scorie radioattive.

Si calcola che i costi totali per questi lavori di ricollocamento del complesso raggiungano per la città gli 1,2 miliardi. Di questi circa 540 milioni sono già stati versati dalla SWM, l’azienda energetica cittadina. Il gigante energetico Eon ha speso invece in complesso 14,6 miliardi di euro per questi lavori.

I benefici sull’ambiente e sulla sicurezza della produzione elettrica che deriveranno dalla chiusura di questa centrale sono indiscutibili, quello che risulta problematico però è la gestione poco trasparente che si è fatta dei profitti e dei costi che sono derivati dall’attività della Isar 2 fino ad ora.

Negli anni passati infatti si è provato più volte a chiedere quanto effettivamente la città profittasse dalla centrale, ma la risposta è stata sempre una negazione dell’informazione per motivi di riservatezza. Non è inoltre chiaro per quali motivi un comune guidato dall’SPD, che ha sempre fatto campagna per una “Monaco più verde”, abbia mantenuto la percentuale nelle quote della centrale (l’altra centrale, la Isar 1, apparteneva invece interamente alla Eon).

Insomma rimangono molti dubbi, ciò che è sicuro è che la centrale chiuderà nel 2022 e che nel frattempo la città si dovrà impegnare a creare delle alternative “verdi”, come l’installazione di pannelli solari per sostituire la produzione energetica che questa centrale attualmente offre.